Pensavo di Essere Storta e invece…
La scorsa primavera, fui “rimproverata” abbastanza fastidiosamente, per un post pubblicato sulla mia pagina FB, nel quale esprimevo un mio pensiero, riguardo l’argomento “Giardino”, quello sull’importanza per un cane di avere un Giardino tutto per sé.
Lo ammetto è un’argomento che mi tocca molto da vicino, tra le altre cose, un’argomento ricorrente sulla mia pagina FB, soprattutto in previsione di una cucciolata, dove dico che non affiderò i miei cuccioli a chi vive in appartamento.
Un pensiero Ricorrente, perché più il tempo passa e più si radica nella mio ideale di vivere un cane.
Per me un Cane ha bisogno di due cose:
– il suo territorio, possibilmente ampio dove possa esprimere se stesso
– e un padrone che lo ami, che lo rispetti nella sua natura, nella sua forma, e nelle sue necessità e poi in fine che ne accetti il carattere…
…e, puntualmente, tutte le volte, a poca distanza dalla pubblicazione, ricevo messaggi da amici di FB (persone che manco conosco ) le quali pongono più o meno gli stessi quesiti:
– ma perché non lo da a chi vive in appartamento? ( queste domande celano tanti io,io,io,io,….)
– ma i cani soffrono a stare in appartamento? (questi … si commentano da soli )
Questa volta mi viene in aiuto la rivista FOCUS di agosto 2024, la quale tratta l’argomento con tre l’articoli intitolati:
Vita da Cani (e Gatti) autore: Giovanna Camardo giornalista naturalista
Se i nostri animali restassero da soli. Autore: Gabriele Ferrari giornalista naturalista
Per loro o per noi? Autore: Elena Meli Biologa con dottorato in farmacologica e tossicologia Ricercatrice nel settore delle Neuroscienze, Giornalista Medico – Scientifica
Tre articoli che spiegano con nomi di ricercatori alla mano, tutto quello che in questi miei 20 anni di lavoro con i cani, continuo a dire e ripetere … in modo quasi vano. Con l’era digitale non siamo più capaci di leggere, e non mi riferisco all’analfabetismo, ma alla poca voglia di perdere il tempo per capire, e forse, magari, provare a migliorarsi. Il vero problema è proprio questo, non si vuole perdere Tempo ad apprendere, non si vuole perdere Tempo per capire, non si vuole perdere Tempo…per tutto… la parola d’ordine è sintetizzare… ma se si vuole un cane, non si può sentitizzare…e se volete prendere questa strada, fatevi un favore, ma soprattutto fatelo al cane, non prendetelo, perché lui il Tempo lo vuole, e lo vuole tutto, e se non glielo darete ve lo chiederà con tutte le sue forze.
Facciamo un passo indietro…iniziamo da quello che esprime il cane…
Federica Pirrone etologa dell’università degli Studi di Milano, ci spiega che spesso molti “umani” sono convinti che lo sguardo abbattuto del proprio cane quando viene sgridato per un danno arrecato a mobilia, oggettistica, o varie, voglia esprimere un senso di colpa. Ebbene molti di quegli umani, sbaglia! L’espressione del 4 zampe non ha nulla a che fare con il “senso di colpa”. Quell’espressione sfuggente, con gli occhi bassi, porta con sé un ‘altro significato, ed è quello della “Pacificazione”, questo tipo di atteggiamento lo vediamo mettere in atto dal nostro cane, in tutte quelle situazioni di tensione, anche nel dialogo con altri cani.
L’errore dove sta? Sta semplicemente nella traduzione delle intenzioni canine, come dice al l’etologa Federica Pirrone, continua sottolineando l’inutilità dei compagni umani nello sgridare il proprio cane, addirittura in certi casi, controproducente: non sempre il cane può associare le sue azioni precedenti a quello che gli viene rimproverato. Il rimprovero per essere associato a quell’azione, deve arrivare nello stesso momento del compimento.
La domanda è lecita; ma sappiamo dunque capire le esigenze dei nostri cani? E in quali casi rischiamo di stressarli? C’è un fattore che spesso non teniamo in considerazione, anzi che non lo calcoliamo minimamente, ed è la nostra Vita, la quale in un certo qual modo disturba la vita dei nostri animali, con la mancanza di “regolarità”.
La frenesia che ci accompagna ogni giorno, ci obbliga a cambiare le loro abitudini giornaliere, come l’orario dei pasti, delle uscite, del sonno. Con l’andare del tempo, questi cambi continui, possono portare stress o ansia nell’animale, portandolo ad avere atteggiamenti non graditi, (calo o aumento dell’appetito, iperattività con comportamenti distruttivi verso l’ambiente che lo ospita, inattività, aggressività, leccarsi con insistenza una parte del corpo come zampe, pancia, genitali, grattarsi o mordersi le zampe, sbadigliare, ect, ect, ) fino ad arrivare a pensare di darlo via, cosa che spesso accade… così la povera bestia incompresa, si ritrova con una bella foto da schedato, sui tutti i social possibili ed immaginabili, con storie strappa lacrime per invogliare gli aiuti…
Ed eccoci qui, ancora nello stesso punto. Questo è uno dei motivi, che mi spinge a cercare non solo famiglie affidabili, ma famiglie con un giardino, perché alla peggio, in una giornata densa di impegni lavorativi o famigliari, il cane può avere il suo posto dove fare il cane, dove dar sfogo alla sua natura, come: proteggendo il suo territorio da un ipotetico intruso, di solito il postino incarna perfettamente il personaggio del fastidioso intruso, dove potersi mettersi al sole, oppure sotto la pioggia, dove scavare, seppellire un gioco o il proprio osso, e infine aspettandovi a casa, felice di vedervi per poi andare a fare quattro passi insieme.
E per chi non dovesse ancora capire l’importanza di quanto appena detto sopra, rispondo loro: “vero un giardino, non è sinonimo di felicità, non è tutto, perché il cane si completa con noi, ma è già qualcosa, e alla peggio, preferisco vedere un cane da solo, crogiolarsi al sole, che un cane chiuso dietro alle sbarre di un canile, perché so che quel cane, pur poco che avrà, avrà sempre delle attenzioni.
Ma continuiamo…
La Dott.ssa Monique Udell direttore del Laboratorio di interazione umana-animale alla Oregon State University (USA), mette in luce altre disattenzioni verso i nostri 4 zampe e tutti gli altri animali da compagnia, spesso ci si dimentica delle esigenze dell’animale che abbiamo scelto come compagno di viaggio. Non rispettare i bisogni primari dei nostri animali, come dormire, ambienti rumorosi, sono alcune delle tante fonti di stress che con il tempo possono arrecare danni al benessere psico fisico dell’animale. Esiste anche un’altra fonte di stress più subdola e all’apparenza innocua ed è quella dell’inattività, non offrendo ai nostri cani la possibilità di esprimere i propri comportamenti legati alla specie, oppure non offrendo loro occasioni di apprendimento, anche limitare la socievolezza di un soggetto, nei confronti dei propri conspecifici può arrecare un danno, dovete pensare che un cane altamente sociale ha bisogno di confrontarsi, interagire, giocano con i propri simili. Ancora una volta si sottolinea l’importanza di “imparare chi è l’animale che vive con noi, come specie, come individuo, come razza riconoscendone tutti i segnali che lui ci invia”. Ancora una volta la Dott.ssa Pirrone sottolinea che il danno maggiore arrecato al cane o altro animale da compagnia è dato dalla l’indifferenza nei confronti di esigenze anche emozionali, che possono cambiare con il tempo e con l’età”.
Per rendere i nostri animali felici, basterebbe “osservarli”. Osservare come si comportano mentre sono liberi di muoversi, questo ci permetterebbe di capire cosa amino e cosa tendono ad evitare. Osservare come corrono, cosa annusano, come giocano, come interagisco con il mondo esterno. Farlo felice è permettergli tutto questo.
La vita su questo pianeta matto, ultimamente è un po’ complicata, ovunque ci si giri, c’è una tensione politica in atto, in America ci sono le elezioni presidenziali con tutti i loro colpi di scena, in Austria altre elezioni complicate, complesse, e forse un po’ pericolose che portano con sé preoccupazioni, ci giriamo verso est c’è il problema dell’Ucraina e Russia, abbassiamo lo sguardo troviamo il medio oriente e le varie guerre in atto… diciamocelo apertamente, non è un bel periodo. Dopo il Covid, dopo le canzoni dai balconi, il mondo sembra aver dato di Matto, e ti viene a pensare, ma se succedesse qualcosa i nostri animali cosa farebbero?
Oddio, mi sale il panico, ma ogni tanto ci penso, cosa potrebbe succedere ai miei cani e gatti.
A questa domanda mi viene in aiuto ( forse ) Gabriele Ferrari giornalista naturalista il quale affronta portando spunti interessanti sull’argomento… ma questo lo leggerete nel prossimo articolo….
To be continued….
Bibliografia: - Federica Pirrone Etologa della Università degli Studi di Milano - Monique Udell Direttore del Laboratorio di interazione umana-animale alla Oregon State University (USA) - Timothy Mosseau ricercatore della University of South Carolina - Marc Bekoff Etologo - Jessica Pierce Etologa e scrittrice – Immanginare i cani in un mondo senza umani ( ed Haqihana) - Raymond Pierotti Etologo Ricercatore, Scrittore – The First Domestication: How Wolves and Humans Coevolved - Mark Derr Esperto di cani - Bradley Smith Etologo ricercatore della CQUniversity Australia - Mia Cobb dell’University of Melbourne - Andrea Laurent-Simpson Sociologa della Souther Methodist University (USA) - Maria Elide Vanutelli ricercatrice al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca
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